Un sistema carcerario da terzo mondo
La Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo ha, per l’ennesima volta, condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di alcuni detenuti.
E’ la conferma che abbiamo un sistema carcerario da terzo mondo, che certamente non rende onore alla nostra tradizione di un Paese che, una volta, era culla del diritto.
Il problema del sovraffollamento carcerario è ormai strutturale, ed è il tragico risultato di un’edilizia penitenziaria carente, di una legislazione poco illuminata e di un’applicazione spesso eccessiva della custodia in carcere, spesso ingiustificatamente utilizzata per contrapporla all’ulteriore ingiustizia della mancanza di certezza della pena.
La situazione è ancora più grave laddove si consideri che la stragrande maggioranza dei detenuti è in attesa di giudizio e, per lo più, per reati che spesso non destano un particolare allarme sociale. Da Liberali, intendiamo stigmatizzare questo stato di cose, in palese contrasto con l’art. 27 della Costituzione in virtù del quale l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva e, soprattutto, le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Massimo Rizzo – Responsabile Giustizia PLI
Tratto da Rivoluzione Liberale