Stefano de Luca: I liberali di fronte alla questione morale

I LIBERALI DI FRONTE ALLA QUESTIONE MORALE

Mi sono astenuto per un periodo di tempo abbastanza prolungato dall’intervenire sulle vicende della politica italiana. E’ dipeso dal senso di disagio che mi ha provocato un dibattito privo di contenuti, ma soltanto basato sugli scandali. Non avrei avuto altro da dire se non quello che avverte ogni italiano normale: un profondo senso di disagio e di disgusto. Siamo stati educati alla politica visionaria dei valori ideali,  culturali, spirituali e morali, quindi ci troviamo a disagio di fronte a quella dei valori economici. Lasciamo che in tutto questo letame ci marci Di Pietro, col suo movimento dei valori bollati e delle procure militanti. A metà di questa estate caldissima, non mi rimane che fare una considerazione di carattere sociologico, che peraltro ho ripreso più volte: la logica di un partito padronale, fondato sul principio della cooptazione in base all’unico criterio della obbedienza cieca ed assoluta, non soltanto per eseguire i voleri del capo, ma soprattutto per assecondarne gli interessi, comporta certo la scelta di una classe dirigente al di sotto della mediocrità, ma anche in prevalenza costituita da soggetti personalmente poco onesti, ai quali è consentito nella propria sfera di attività o nell’ ambito territoriale in cui operano, ampia libertà di trafficare . a loro piacere

Per anni tutto questo non è emerso perché la magistratura ed i media avevano interesse a colpire il bersaglio grosso costituito dal capo, sperando di riuscire ad abbatterlo, mentre di fatto lo hanno rafforzato, consentendogli di vestire i panni del perseguitato. Il cambio di strategia significa soltanto che, a questo punto, è stato preferito un lavoro ai fianchi per indebolirlo, analogamente a quanto è avvenuto prima con i pettegolezzi di natura sessuale.

Era inevitabile che, innescato lo scontro sul terreno dei dossier, da parte della stampa berlusconiana cominciasse la ricerca di quelli che riguardano gli avversari e che il primo bersaglio fosse inevitabilmente il traditore Fini. Poiché non apparteniamo ad alcuna tifoseria precostituita e faziosa, non possiamo non sottolineare come la vicenda “appartamento di Montecarlo”, che non ha nulla di rilevante sotto il profilo penale, appare grave sotto quello morale. Quindi, se un uomo generalmente accorto come lui, è stato indotto ad un atto così imprudente, vuol dire che si tratta proprio di un caso di circonvenzione di incapace da parte di una famiglia di professionisti dell’affarismo e non rimane che compiangerlo pensando a chi si trova accanto.

La pur grave leggerezza del Presidente della Camera tuttavia non ha niente di paragonabile con le malversazioni, le ruberie, le concussioni e tutto quanto è riferibile ai compari politici della cricca, i vari Scaiola, Verdini, Cosentino, Caliendo, e tutti gli altri.

L’amara conclusione è che, in questa palude italiana, gli unici a fare politica sono il barbarico Bossi ed il non meno primitivo Di Pietro. La costruzione di un Centro, luogo della riflessione e del superamento del pernicioso bipolarismo all’italiana, diventa sempre più complessa. Gli attori principali di questa difficile, ma necessaria rottura, devono convincersi della necessità di un contributo liberale, che rappresenti la cifra valoriale della coalizione. Pensare di limitarsi a raccogliere i delusi dell’esperienza fallimentare del Partito Democratico o i ribelli del PDL, sarebbe un errore tragico, che renderebbe l’iniziativa priva di ogni reale prospettiva di successo. La fine di ogni forma di cesarismo, così come la sua edificazione, dipendono dal potere del capo; la corruzione dilagante ne sono spesso elemento determinante, ma è necessaria una alternativa credibile.  Molto dipende da noi liberali. Dobbiamo convincere i compagni di strada che, oltre al modesto apporto numerico, il nostro ruolo non può essere che quello di assicurare un forte profilo culturale e politico all’iniziativa, per renderla riconoscibile rispetto al bipolarismo pragmatico in virtù  dei  contenuti identitari e della capacità progettuale di proporre un nuovo modello sociale e politico.

Ci attende, se ne avremo le forze e la voglia, un autunno difficile e di grande impegno. La raccolta delle firme per il referendum abrogativo del porcellum, deve essere l’occasione per lanciare sul territorio altri messaggi qualificanti di “rivoluzione  liberale”  e per preparare le nostre liste per le amministrative. Definiremo la strategia nel Consiglio Nazionale seminariale, aperto a tutti, che terremo a Fiuggi l’8-9 e 10 Ottobre e per il quale vi invito a prenotare o direttamente all’albergo o tramite la segreteria del Partito.

Non mi rimane che augurare a tutti un buon finale di vacanze per preparare una ripresa in grande stile.

Stefano de Luca

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