Situazione Milanese PLI e Congresso Nazionale
Cari Amici Liberali,
in riferimento a prese di posizioni errate ed anche se per fatto personale e per ricondurre il fiume carsico della verità nel suo alveo ( uso il termine ” carsico ” perché mi sembra non si tenga la ” verità ” in gran conto, o forse è solo non conoscenza dei fatti ….), è per me un obbligo rispondere e lo faccio volentieri per doverosa trasparenza nei riguardi degli Iscritti.
La realtà degli avvenimenti di Partito si discosta notevolmente da quanto da alcuni ipotizzato.
Ho conosciuto il Dott. Castelli una sera d’autunno dell’anno scorso quando, con un preavviso di qualche ora, sono stato incidentalmente informato di una riunione che avrebbe avuto luogo in un locale pubblico di Milano. Avrei potuto essere chissà dove, ma invece per puro caso, riuscii con difficoltà a parteciparvi.
Recatomi sul posto, incontrai una dozzina di persone, tra cui i Signori Amiconi e Castelli che parlavano fitto fitto tra di loro organizzando non si sa bene che cosa, e solo dopo una buona decina di minuti, e del tutto casualmente, mi rivolsero la parola. Amiconi mi disse che aveva deciso di affidare a Castelli un ruolo a Milano perché costui si sarebbe offerto di operare organizzativamente e segnatamente per il tesseramento del Partito e perché avrebbe portato con sé presumibilmente una sede e quant’altro.
Non mi è stato mai richiesto il mio parere su nulla e come per il famoso presunto Commissariamento milanese sono stato messo di fronte al fatto compiuto.
La nomina a Commissario Provinciale di Milano del Signor Alessandro Castelli era del tutto arbitraria, in quanto non prevista dallo Statuto del PLI e contraria ad ogni logica politica poiché non si poteva commissariare ulteriormente un territorio già commissariato ed il tutto senza alcuna mia approvazione, la qual cosa è apparsa ulteriormente scorretta nei confronti di chi scrive.
Non ho quindi mai dato l’assenso al Commissariamento stesso, come invece sembrerebbe nella lettera di incarico ad Alessandro Castelli da parte di Roberto Amiconi datata 14 novembre 2011 e di cui venni a conoscenza in maniera del tutto incidentale soltanto 20 giorni dopo ! ( sic ! )
Da tempo avevo intuito un cambiamento di strategia politica nei confronti dell’ Istituzione da me rappresentata che sottintendeva la volontà di attuare modifiche radicali senza il rispetto delle forme e della mia persona con l’utilizzo di mezzi palesemente legati ad un vecchio modo di far politica privilegiando l’assenza di scrupoli e la mancanza del rispetto delle regole di Partito.
Successivamente il Dott. Castelli si presentò dopo circa un mese nel mio studio chiedendomi la lista degli iscritti e manifestando la volontà di fare ….? senza ulteriori spiegazioni. Ci furono, malgrado vari miei tentativi di porre in essere una collaborazione effettiva, molti, troppi momenti di silenzio e anche di stizza alle mie richieste di saperne di più, silenzi sostenuti dall’assioma castelliano: ” Io sono abituato a lavorare in autonomia e, se così non dovesse essere, pronto ad andarmene. Non esiste che Io debba chiedere o telefonare per avere sostegno in ciò che faccio, non voglio perder tempo nel richiedere pareri ! ”
Di tutto ciò il sottoscritto informò a suo tempo i vertici del Partito, scatenando anche la sgarbata reazione verbale del Signor Amiconi che voleva essere il solo avvisato. Vi è inoltre documentazione scritta e verbale di quanto da me asserito.
In gennaio fui sollecitato da P.A. Rossi ad appoggiare il Signor Castelli nella preparazione di una Assemblea Provinciale atta ad eleggere i delegati al Congresso Nazionale e contemporaneamente la Direzione Provinciale milanese controfirmando la documentazione relativa e sostenendo una lista del tutto unitaria. Dissi che ero a disposizione per avere un incontro con Castelli onde trovare una via d’uscita, malgrado non ritenessi valida tutta la vicenda istituzionale che lo riguardava ed il modo di agire oscuro e poco trasparente.
Mi incontrai successivamente con Castelli nel mio studio e quando, dopo una serie di domande da lui poste circa l’ipotizzata Assemblea si arrivò al dunque, cioè alla compilazione di una lista unitaria con nomi e cognomi, il Castelli non si pronunciò minimamente, adducendo ragioni incomprensibili riguardo il numero dei delegati e la loro effettiva disponibilità.
Avremmo potuto trovare un accordo da me auspicato ed invece, un’altra volta …silenzio ! perché evidentemente per ragioni a me ignote Castelli non poteva impegnarsi.
Attesi ulteriormente una risposta che mai arrivò, ed invece arrivò una Convocazione illecita per forma e sostanza chiedendo implicitamente a me e all’Istituzione che rappresento di sostenere un qualcosa di insostenibile fatto di silenzi ed omissioni, nonché travalicando il compito organizzativo al quale il Castelli era stato chiamato.
Il ” vulnus ” fu poi la celebrazione di un’Assemblea non istituzionale, non sancita, mai autorizzata il 3 di marzo.
Quindi, Cari Amici , se chi Vi scrive, non avesse preso su di sé la responsabilità di convocarne una di Assemblea in tutta fretta e rischiando del proprio e non avesse, per mantenere l’unità del Partito rinunciato ad aspettative legittime di inserimento di candidati per creare una lista unitaria insieme all’amico Edoardo Croci, Milano e la sua Provincia non avrebbero potuto avere al Congresso di Roma un sol delegato !!!
Noto tuttavia che il livore di alcuni per accaparrarsi delle posizioni di non so qual valore è rimasto e si fa’ della delegittimazione e del falso l’arma per far progredire il Partito che fra i principi costitutivi ha quello della legalità e del rispetto degli ordinamenti di qualsiasi tipo.
Queste mie spiegazioni corroborano e completano quanto sostenuto in occasione dell’Assemblea Milanese del 7 marzo e con tali chiarimenti considero chiuso il caso “ Castelli “ ribadendo la necessità dell’osservanza delle regole che, come ha ben affermato il Presidente Giorgio Napolitano, sono alla base non solo del vivere civile, ma pure della presenza istituzionale dei Partiti Politici.
Quanto all’Istituzione che rappresento, la mia porta è sempre aperta a tutti coloro che, animati da buona fede e buona volontà, vogliono portare un contributo e a quei volontari, la cui generosità è fuori discussione, che operano nelle strutture territoriali come Coordinatori od Iscritti e che fino a qualche tempo fa in quasi tutta la Lombardia non erano presenti ed a cui va il mio grazie più sentito !
Cerchiamo invece di contribuire tutti alla riuscita di un buon Congresso Liberale e con questo auspicio cordialmente Vi saluto.
Nicola Fortuna, Commissario Regionale per la Lombardia
P.S. Se il Dottor Castelli, invece di ostinarsi a tenere l’Assemblea del 3 marzo in forza di un mero titolo organizzativo istituzionalmente non valido, si fosse adeguato al provvedimento dei Garanti del nostro Partito il ” caso ” non esisterebbe.