
Il PLI sui referendum in materia di lavoro
Il Partito Liberale Italiano smentisce categoricamente la fondatezza di notizie di stampa secondo le quali i Liberali sarebbero orientati a pronunciarsi sul versante del NO in occasione dei referendum della prossima primavera in materia di lavoro.
Come già in occasione del referendum sulle Riforme Costituzionali, quando si è schierato convintamente per il No, poi risultato largamente vittorioso, tutto il PLI è impegnato a sostenere le proposte referendarie di abrogazione di parti importanti della legge presuntuosamente chiamata Jobs Act, che ha carattere clientelare e tende a disperdere fondi pubblici per inutili interventi a pioggia.
Secondo la tradizione liberale ovviamente ciascun individuo ha il diritto di formarsi una personale opinione su qualunque argomento, ma, se qualche sedicente liberale o qualcuno che in passato abbia militato nel PLI, ha espresso un’opinione diversa, è libero a titolo esclusivamente personale di qualificarsi liberale e di schierarsi in coscienza come crede, ma non ha titolo per rappresentare l’opinione dell’unica organizzazione politica legittimamente riconosciuta dei liberali italiani.
In particolare il PLI ritiene che l’attuale normativa sottoposta al giudizio referendario non risponde nemmeno alle finalità per le quali i voucher vennero introdotti, mentre, di fatto, hanno finito col favorire la sommersione del lavoro nero e irregolare.
I Liberali si battono da sempre per lo Stato di Diritto, che impone principi di una legalità rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti i soggetti coinvolti nei processi produttivi, quindi sia datori di lavoro che lavoratori. Analogamente il Partito Liberale italiano condivide la richiesta referendaria in materia di appalti che tende a ripristinare la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore, in coerenza con il principio, da sempre condiviso e propugnato, dell’etica della responsabilità