Per una costituente liberale
Alcuni contributi al dibattito congressuale comparsi su Rivoluzione Liberale: l’articolo “Un Congresso verso dove”, il successivo l’”Appello ai liberali…” a firma di Stefano De
Luca e la “Lettera Aperta” firmata da Altissimo, Biondi e Scognamiglio mi hanno spinto ad intervenire nel dibattito con due contributi.
Il primo è costituito da un documento politico programmatico già apparso sul magazine, il secondo è costituito dal presente intervento.
Innanzitutto riconosco non ritualmente a De Luca il merito di aver mantenuto in vita il PLI in questi difficili anni ma rivendico pro quota di aver contribuito a questa sopravvivenza mentre ritengo che nessuno possa reclamare, rispetto ad una formazione politica, un diritto “proprietario” senza scadere su modelli che mi trovano in assoluta contrapposizione
Nello scritto di Stefano trovo molti richiami di contenuto che sono il risultato condiviso della analisi e della elaborazione sviluppata in questi anni in seno al Partito e negli ambienti ad esso vicini.
Almeno per alcuni aspetti, ho modestamente contribuito insieme ad altri più blasonati amici tra cui cito, per la rilevanza della produzione concettuale, il Presidente Scognamiglio che, tra l’altro, per primo, ha proposto già due anni fa i referendum sul “porcellum” ed ha fornito fondamentali spunti di politica economica.
Sugli aspetti programmatici comunque esiste certamente un generale consenso.
In relazione al giudizio sul Governo Monti ritengo che se ne debba riconoscere il ruolo nel porre alcune questioni fondamentali e nella proposizione di alcune soluzioni ai problemi del nostro Paese, con il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi e che, pertanto l’Esecutivo meriti l’appoggio leale ma critico dei liberali; ritengo peraltro che l’etica della verità e la difesa della democrazia rappresentativa ci impongano il dovere di rammentarne le caratteristiche straordinarie ed atipiche e di indicare, con caparbia tenacia, su ogni tema, la posizione liberale ove occorra.
In rapporto alle prospettive politiche, proprio perché l’analisi e le proposte del Partito risultano confermate e convalidate dai fatti, abbiamo comunque la fondata percezione che questo anno che ci separa presumibilmente dalle elezioni politiche rappresenti una “finestra temporale” che può riservare ad un Soggetto liberale grandi opportunità.
Per conseguire questo obiettivo occorre un atteggiamento
aperto ed inclusivo in ogni occasione al fine di aggregare ogni componente liberale esistente, con la sola discriminante di un condiviso orientamento programmatico, per costituire un soggetto liberale dotato, di una autonoma forza politica e di un adeguato potenziale elettorale. La realizzazioni di queste condizioni è preliminare ad ogni ulteriore confluenza ed alleanza.
Negli ultimi anni abbiamo dovuto, infatti, prendere atto che la nostra debolezza è stata una delle cause determinanti del fallimento dei progetti politici e dei tentativi
elettorali che
abbiamo di volta in volta delineato e tentato di implementare. Dobbiamo adottare questa consapevolezza come punto di partenza senza deprimerci ma per evitare di ripetere errori in un momento così favorevole.
Non dobbiamo perdere tempo ma non dobbiamo avere fretta poiché il quadro politico non è ancora stabile (semmai dobbiamo cercare di partecipare a determinarlo) e si corre il rischio di adottare decisioni intempestive e, quindi, errate.
Proprio partendo da questa analisi si è pervenuti, almeno in Direzione Nazionale, ad una generale convergenza, fatta propria e sviluppata dalla stessa Segreteria Nazionale, intorno ad alcuni orientamenti fondamentali e prioritari:
v Attivare il più ampio processo di aggregazione delle componenti liberali presenti nello scenario italiano provenienti da diverse esperienze ed anche dal disimpegno politico, senza trascurare le più giovani leve; l’adesione di alcuni parlamentari in varie fasi e la costituzione di “Liberali per l’Italia” hanno rappresentano primi risultati.
v Avviare una Costituente liberale di ampio respiro, con il fine di realizzare un forte Soggetto liberale, anche oltre il PLI, in grado di pesare nelle necessarie ulteriori fasi della definizione di convergenze ed alleanze.
A tal fine, oltre ad eleggere un vertice capace di garantire continuità e novità, quale quello proposto dalla “lettera aperta” dovremmo costituire Organi di Partito aperti a nuove adesioni, invitare a discutere con noi tutti gli esponenti liberali comunque presenti nelle istituzioni, negli ambienti economici e sociali, nella cultura, chiamare a raccolta fondazioni ed associazioni di matrice liberale
Non mi riconosco per nulla nei toni con cui De Luca descrive ed interpreta il dibattito interno al Partito e credo che sia vittima di una ossessione infondata che lo trascina ad un arroccamento immotivato e ad iniziative divisive e ad abbandonare, di fatto, la linea politica che ha contribuito a tracciare ed attuare.
Non vedo infatti nessuna svendita del Partito in atto, non vedo alcuna nostalgia del passato e non vedo nessun “oltraggio” nel proporre una soluzione di vertice che lui stesso aveva adombrato qualche mese fa.
Se queste sono le ragioni del conflitto non ritengo accettabile e motivato il clima di scontro distruttivo che alcuni alimentano con ogni pretesto e che respingo con forza e ritengo piuttosto che, ritrovando lucidità di visione e serenità di atteggiamenti e comportamenti, dovremmo considerare il Congresso una occasione irripetibile per dare forti segnali di novità e di apertura, in un clima di impegno unitario e condiviso.