Minori Down:una grave discriminazione per Cristian

Negare ad un ragazzo con Sindrome di Down,  come Cristian, nato e cresciuto in Italia, ma figlio di madre straniera, la cittadinanza italiana, con la banale  spiegazione che non sarebbe in grado di comprendere appieno il significato del giuramento alla nostra Costituzione, si viola il diritto sancito dall’ONU all’art 18, ratificato anche dal nostro Paese sui Diritti di Persone con disabilità, che include la loro libertà di compiere scelte.

Come madre di un ragazzo Down e cittadina italiana – ha dichiarato Renata Jannuzzi, capo-coalizione per i Liberali per l’Italia-PLI – sono indignata . Secondo la normativa nazionale,  alle persone con Sindrome di Down viene riconosciuto il Diritto al voto, che presuppone la loro facoltà di scelta, aiutandoli  con un linguaggio semplice e chiaro a comprendere l’importanza di essa. La stessa possibilità deve essere riconosciuta anche  ad un ragazzo Down, nato e vissuto in questo suolo, ma non di genitori italiani, per potere ugualmente  divenire cittadino.

Se si tratta di una  barriera di comprensione.  Guidandolo con un processo  adatto in grado di spiegargli la natura di una importante scelta, si potrebbe ovviare facilmente al problema. Negando questo diritto, viene compiuto un atto discriminatorio gravissimo.

Tutto questo processo sarebbe facilitato se nel nostro Paese potesse essere applicato lo jus soli, anziché lo jus sanguinis, per tutti i figli di immigrati nati e scolarizzati in Italia, senza discriminazione alcuna.

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