La svolta delle amministrative
Le elezioni amministrative di domenica scorsa hanno cambiato qualcosa, anzi molto.
Più che scardinare il bipolarismo, come alcuni hanno superficialmente affermato, lo hanno trasformato in profondità.
A sinistra ha prevalso il movimentismo libertario di Vendola e dei rottamatori, sconfiggendo il burocratismo di palazzo post catto-comunista di Bersani, D’Alema, Bindi e Letta.
I giovani turchi si sono riappropriati di alcune parole d’ordine tradizionalmente della sinistra e le hanno rilanciate, coinvolgendo masse ribelliste che vogliono rompere col continuismo.
La destra è rimasta come paralizzata dalla sconfitta, pure annunciata, e si sta preoccupando di turare le falle di un possibile opportunistico disimpegno leghista, come della presa di distanza di una componente di protesta meridionalista, oltre che del rischio di esaurimento della fonte di approvvigionamento parlamentare dei cosiddetti “responsabili”.
Il terzo polo, anche se ha dato soltanto una prova di semplice esistenza in vita, ha oggi l’ occasione, di fronte allo smarrimento delle due principali coalizioni, di essere realmente alternativo, principalmente rispetto ad una destra, ormai perdente ed avviata verso la decomposizione.
Per tale motivo, nei ballottaggi, dovrebbe abbandonare PD e PDL al proprio destino e confidare nella saggezza intuitiva degli elettori, preoccupandosi invece di rendere chiaro e visibile il proprio profilo politico e di definire il perimetro delle forze che lo compongono.
Anziché aspettare l’arrivo degli ayatollah democristiani, in uscita da PD e PDL, avrebbe la necessità di appropriarsi del ruolo, che gli compete, di punto di attrazione per le forze moderate, riformiste e liberaldemocratiche, definendo una credibile proposta, coraggiosa e realmente innovativa.
Il PLI chiede una pronta risposta per sapere se tale coalizione vuole esistere e proporsi come alternativa all’attuale bipolarismo ferito, ma non sconfitto e se ritiene di dover offrire ai liberali un ruolo di pari dignità nella direzione politica e strategica della alleanza.
Il Nuovo Polo per l’Italia nelle prossime settimane e mesi, per qualificarsi come elemento di novità nel deludente panorama politico attuale, dovrà lanciare una sfida alta in chiave di politiche decisamente liberali, a) per lo smantellamento e revisione dell’attuale apparato burocratico statale elefantiaco, b) per il rilancio dell’Economia di mercato, c) per un urgente programma di investimenti per il Mezzogiorno, principale scommessa possibile per rilanciare l’occupazione giovanile, d) per un rinnovato sforzo nel campo della preparazione selettiva nell’Università e un nuovo impulso alla ricerca.
Se sarà chiamato a tale tavolo progettuale, il PLI farà senz’altro la propria parte.
Stefano de Luca