La magistratura contro la liberta' di stampa
Qualunque sia il giudizio che ognuno può dare sulla linea politica del Giornale e sulla maggiore o minore eleganza e correttezza di alcune sue inchieste, l’attacco sferrato in questi giorni dalla procura di Roma a difesa di un PM di Milano, con perquisizioni domiciliare e personale di una redattrice e alla redazione di Roma, costituisce un intollerabile e pericolosissimo tentativo di intimidazione. Stranamente, poi, nessuno ha notato che la motivazione dell’indagine, ossia che, all’epoca dei fatti di cui oggi viene perseguita l’illecita pubblicazione, gli atti della sezione disciplinare del CSM erano riservati, contrasta con un principio basilare del diritto penale, cioè che (Art. 2 C.P.):
“… Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano la esecuzione e gli effetti penali. Se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile. …”
Ma oggi ci sono altre due notizie che purtroppo confermano la tendenza illiberale di alcuni, troppi, magistrati.
La Cassazione ha prosciolto per prescrizione, ma non assolto, Peter Gomez,oggi direttore di ilfattoquotidiano.it, dall’accusa di diffamazione per aver osato aggiungere commenti e previsioni alle notizie su un processo. Secondo la Cass. non è lecita “l’opera del giornalista che confonda cronaca su eventi accaduti e prognosi su eventi a venire”. Il giornalista ha “il diritto di informare, ma non di suggestionare la collettività.” Ed è colpevole se “ in maniera autonoma (SIC!) prospetta e anticipa l’evoluzione e l’esito di indagini…”. In altre parole, non ha il diritto di esprimere opinioni!!!
L’altro caso riguarda legnostorto.com, che rischia di essere chiusa grazie al magistrato dr.Piercamillo Davigo, che accusa Vittorio Zingales di averlo diffamato, chiedendo 100.000 euro di risarcimento. Ecco la frase incriminata:
“E’chiaro che un Borrelli, un Di Pietro, un Davigo, un D’Ambrosio, ecc, non possono avere nessuno spessore culturale per organizzare il golpe..”
Si lamenta di non essere considerato un golpista!
Chiaramente un altro attacco alla libertà di opinione.
Sono due testate di opposto orientamento. Io non sono d’accordo né con Gomez né con Zingales, ma mi batto perché possano esprimersi, come farebbe Voltaire…
A questi attacchi della magistratura siamo, purtroppo, ormai abituati. Ciò che invece dovrebbe scandalizzarci e spingerci a reagire è la vigliacca inerzia delle altre istituzioni: Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica (che peraltro spesso e volentieri ignorano la Costituzione …).
Se andiamo avanti così rischiamo di finire in un’oligarchia.
Il PLI deve prendere decisamente posizione, anche se difficilmente qualcuno se ne accorgerà.
di Mario Rampichini