Incontro di fine anno con Monti
Monti a tutto campo sul futuro dell’Italia e più prudente su quello personale in politica: si potrebbe riassumere così la Conferenza Stampa di fine anno del Presidente del Consiglio oggi a Roma presenti le maggiori Testate nazionali ed estere.
Se da un verso non si è risparmiato nell’esporre il suo piano di crescita per l’Italia, la cosiddetta Agenda Monti, come “schema logico di azioni politiche” per il rilancio del paese conseguente a questi dodici mesi di Governo dedicati al risanamento; dall’altro non ha voluto esplicitamente dichiarare la sua scelta di “scendere in campo” come leader di uno schieramento politico affermando che semmai “più che ‘scendere’ in politica, si dovrebbe parlare di ‘salire’ in politica”.
Un intervento, quello di Monti, aperto con una risposta alle parole di introduzione del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, al quale il senatore ha tra l’altro precisato come la “libertà di stampa rappresenti la libertà di un Paese”. Ringraziamenti al Capo dello Stato (“prodigo di discreti e illuminanti consigli”), al Parlamento con il Presidente del Senato Schifani e quello della Camera Fini, alle forze politiche che hanno sostenuto il Governo con i Segretari dei Partiti Alfano, Casini e Bersani, anche se “per noi le parole pesano e quelle del Parlamento ancor di più – ha affermato Monti a proposito dell’intervento di sfiducia di Alfano il 7 dicembre – e nel rispetto del Parlamento abbiamo tratto le dovute conseguenze. (…) Alfano ha usato parole pesanti (Governo ‘piegato’ a favore di una parte, il PD) ma certo ci sono stati ‘condizionamenti’ nell’azione di Governo proprio da parte dello stesso PDL ed anche del PD”.
Monti ha poi espresso i suoi ringraziamenti per la cordialità e la schiettezza dei rapporti dimostratagli fino a poco tempo fa dall’ex Premier Berlusconi, tramutatasi poi in un’improvvisa opposizione tanto da suscitare “sbigottimento: ora faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero!”. Ringraziamenti alla Stampa (“punta di diamante dell’opinione pubblica”) e ai Ministri del suo Governo (“che forse più di me hanno subito sacrifici personali in termini di impegno, economici ed anche familiari”) presenti quasi al completo in sala.
Un discorso volutamente rivolto al futuro anziché ai consuntivi. Bisogna rafforzare il dibattito politico rivolto all’azione di Governo, superando quello sterile tra le posizioni ideologiche e fissare alcune priorità per il prossimo futuro, non distruggendo ciò che si è fatto in questo anno, non sottraendosi alle linee guida europee e non facendo passare il concetto che le Tasse sono “far mettere le mani dello Stato nelle tasche dei cittadini; chi promette di levare l’IMU, dopo un anno è costretto a reintrodurla raddoppiata” per recuperare le conseguenze della minore entrata.
In questo anno di avvicinamento alla fase di crescita del Paese, il Governo è incappato alcuni “blocchi da parte delle stesse forze che hanno sostenuto l’Esecutivo in Parlamento. Per essere bipartisan, a sinistra una sigla sindacale ha bloccato la riforma del mercato del lavoro danneggiando gli Italiani, a destra sono arrivati molti ostacoli alla riforma della Giustizia non ultima la Legge anticorruzione”.
Ed ancora, “il più grande costo della Politica sono le decisioni non prese”, “serve un salto di qualità nell’affrontare crescita, equità e sviluppo”, sviluppare una “vera politica delle pari opportunità: è umiliante che la donna sia ancora sfavorita, anche al livello istituzionale, nella partecipazione allo sviluppo delle decisioni”. Le parole chiave sono “crescita” e “rinnovamento istituzionale”: sentire Berlusconi affermare che “la riforma elettorale è stata bloccata dalle dimissioni di Monti, è sconfortante”. In Parlamento l’asse riformista è “frastagliato e non ha modo di esprimersi ed incidere” ha concluso il Presidente del Consiglio.
Sollecitato da alcune domande dei giornalisti in merito al suo futuro politico, Mario Monti ha affermato che “io non mi schiero con nessuno, vorrei che la Politica si schierasse con le nostre idee” e ha continuato “sarei pronto a dare il mio incoraggiamento (e se necessario essere “guida”) se chi me lo chiedesse fosse in linea con le mie idee” e condividesse l’Agenda Monti, “anche migliorandola se necessario”. Il Premier ha affermato di non aver simpatia verso i personalismi in Politica (rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di una lista elettorale che contenesse il suo nome nel simbolo).La cosiddetta Agenda Monti non è altro che “contenuti e metodo di governo nella credibilità di intenti”.
Il protrarsi dell’incontro – durato quasi due ore e mezza – non ha consentito che tutte le Testate estratte dall’O.d.G. (tra le quali Rivoluzione Liberale) potessero rivolgere una domanda al Presidente del Consiglio; solo la prima metà ha avuto modo di farlo e il nostro giornale avrebbe dovuto rivolgere a Monti questa domanda: “Recentemente in Europa il PPE ha manifestato a lei e al lavoro del Governo il suo apprezzamento e il sostegno a proseguire nella cosiddetta Agenda Monti. Ritiene significativo che anche i Liberali Europei (l’ALDE), come già avviene in Italia con il PLI, le esprimano il loro sostegno?”. Una risposta però l’abbiamo indirettamente ricevuta quando il Presidente, rispondendo alla domanda di un collega sull’eventuale futura compatibilità con una sinistra che includesse Vendola, ha affermato “Sono un Liberale, non un liberale conservatore come mi ha definito Vendola. E’ lui (che comunque è un piacere sentir parlare) un conservatore quando ostacola l’azione di Governo per lo sviluppo e la crescita del Paese”.
Tratto da Rivoluzione Liberale