In Australia i liberali sono il primo partito come in Olanda e in Polonia, per non parlare dei liberali inglesi di Nick Clegg e di quelli tedeschi di Westerwelle. Il momento dei liberali italiani, scrive Giuseppe Carrieri, responsabile del PLI in Puglia, sta arrivando. Dobbiamo saperlo cogliere.

Il Coordinatore Regionale della Puglia del PLI e Delegato per il Mezzogiorno d’Italia, Giuseppe Carrieri, ci ha inviato questo interessante contributo

Alcune settimane fa, in Australia si sono svolte le elezioni politiche. Il primo partito è risultato il Partito Liberale Australiano. A Giugno scorso, si sono svolte le elezioni politiche in Olanda e in Polonia. In Olanda, il Partito Liberale ha ottenuto la maggioranza dei seggi (primo partito); in Polonia il Partito Liberale di Komorowski –al ballottaggio- si è imposto sui conservatori ed esprimerà il Primo Ministro. A Maggio (sempre 2010) si erano invece svolte le elezioni politiche in Gran Bretagna. Nick Clegg e il “suo” Partito Liberale si è imposto a tal punto da divenire Vice Premier. Ad Ottobre 2009, in Germania  le elezioni politiche hanno visto la conferma della Merkel e il successo (15%) del Partito Liberale che con Guido Westerwelle ha ottenuto la Vice Cancelleria.

Fra qualche giorno si voterà anche in Svezia dove -negli ultimi quattro anni-  la guida politica è stata di una coalizione liberaldemocratica (Partito Liberale+CristianoDemocratici) e dove si è in presenza di  un vero e proprio boom economico. PIL +3,3% medio annuo; disoccupazione in calo al 8,4%; 11 posto mondiale come PIL procapite; bilancio dello Stato in pareggio. La ricetta economica (liberale) attuata è stata relativamente semplice: riduzione della spesa statale e  creazione di un contesto ultramercatista per le imprese in modo poi da poter redistribuire la ricchezza. Dopo lunghi anni di governi socialdemocratici, gli svedesi hanno capito che per essere redistribuita la ricchezza va prima creata e perché sia creata bisogna che lo Stato stia fuori dai piedi il più possibile. Il nuovo e vincente modello scandinavo si basa ora su tre pilastri liberali: rigore nella spesa pubblica, rigore monetario e libertà d’impresa.

E’ invece, purtroppo,  di queste ore  la previsione del  Fondo Monetario Internazionale per l’Italia per il 2011: ripresa economica « ancora più lenta» che in Germania e altri paesi europei, «perchè un persistente problema di competitività delle imprese limita lo spazio per la crescita dell’export e il programmato consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata». Forse ricette e governi (effettivamente) liberali servirebbero grandemente anche all’Italia? Noi Liberali Italiani, evidentemente, ne siamo convinti e lottiamo ogni giorno perché anche il nostro Paese e il nostro territorio possa un giorno (finalmente) affidare l’amministrazione e la cura della cosa pubblica ai Liberali. Ne vedreste delle belle………

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