I Garanti ed il Congresso Nazionale
Mi giunge voce che il supremo organo giurisdizionale del partito, il Collegio dei Garanti sarebbe stato “messo sotto accusa” perché i suoi componenti sono stati compresi nella mia lista di Delegati al prossimo Congresso Nazionale.
Mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni in proposito:
- Il principio ispiratore che mi ha guidato nella redazione della lista dei Delegati è stato quello di inserire quegli iscritti della provincia di Roma che sono attivamente partecipi alla vita del nostro partito perché potessero esprimere, secondo le modalità previste dallo Statuto, le loro opinioni in un momento decisivo per il futuro del PLI, quale è il Congresso Nazionale.
- Nessuno dei Garanti mi ha mai chiesto di essere inserito nella lista dei Delegati; ho tuttavia ritenuto che, essendo iscritti alla Provincia di Roma ( cosa di cui mi sono accertata), il loro inserimento tra i delegati fosse un atto di cortesia, proprio per consentire loro di avere “voce” durante il Congresso.
- Durante l’Assemblea Provinciale dell’11 marzo l’unico Garante presente, e solo in qualità di iscritto, era l’Avv. Marchetti, che, probabilmente per scrupolo personale, in autonomo ossequio alla sua funzione, ha ritenuto di NON esercitare il suo diritto al voto, pur potendolo legittimamente fare in ragione della sua iscrizione al Partito di Roma; gli altri due garanti neppure sapevano di essere stati inseriti in lista.
- Mi preme in ogni caso di sottolineare che l’essere Delegato al Congresso Nazionale non significa ricoprire alcun incarico di Partito, per il quale vigerebbe invece l’incompatibilità (art. 18.4 Statuto); ragionando diversamente, ne conseguirebbe che i garanti perderebbero tutti i diritti nascenti dalla loro iscrizione al partito, mentre è evidente che l’incompatibilità si riferisce esclusivamente a differenti incarichi direttivi; per altro, mi si dice che anche al precedente Congresso del 2009 i garanti di allora hanno regolarmente partecipato e votato, senza che ci fossero contestazioni, come per altro era d’uso per i probiviri nei congressi del PLI di un tempo.
- Il Dr. Morbelli, per mere ragioni di opportunità e non già di legittimità della sua elezione, ha ritenuto di rinunciare alla sua posizione di delegato, ed io mi guardo bene dal valutare la sua decisione, che rispetto, come avrei rispettato una decisione eventualmente diversa; in conseguenza della sua rinuncia, sarà sostituito dall’iscritta Monika Fortuna, prima dei supplenti.
- Ho convocato l’Assemblea romana dell’11 marzo (rimettendomi al giudizio dei Garanti sulla legittimità statutaria della nuova convocazione) proprio per garantire la massima partecipazione democratica nell’elezione dei delegati, che non era stata garantita (anzi era risultata ostacolata) in occasione dell’assemblea del 4 febbraio.
- All’assemblea dell’11 marzo sono state presentate, nel termine stabilito dalla presidenza ai sensi di Statuto, due mozioni con relative liste, che sono state poi votate con larga partecipazione di iscritti, come non era avvenuto all’assemblea del 4 febbraio, alla quale erano presenti solo 10 iscritti.
- Per lo stesso principio democratico, in assemblea ho ritenuto che fosse mio dovere quello di riferire agli iscritti su quanto avvenuto nel nostro partito a partire dal 4 febbraio, lasciando l’assemblea libera di decidere sull’operato della Presidenza, che poi l’assemblea ha approvato con una specifica votazione a proposito dei termini di presentazione delle liste, che l’assemblea non ha ritenuto di riaprire a beneficio di chi non aveva voluto rispettarli.
Renata Jannuzzi, Presidente Provincia di Roma
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