I 10 punti cardine del programma dei “Liberali per l’Italia – PLI”
1. Collocamento dei “Liberali per l’Italia-PLI” nel panorama politico – Credevamo che la lunga transizione italiana volgesse al termine. In realtà troviamo contrapposte la stessa destra e la stessa sinistra che si sono confrontate nell’ultimo ventennio, con un modesto centro neo-democristiano diviso in diversi frammenti che si propone come stampella di una sinistra che da sola non sarà in grado di governare. In un simile contesto, la prossima legislatura durerà poco più di un anno.
2. Il perché della lista “Liberali per l’Italia-PLI” – “Liberali per l’Italia-PLI” è la lista presentata dal Partito Liberale italiano, come alternativa al vuoto nuovismo e al personalismo che stanno caratterizzando sempre più la politica italiana, mentre bisognerebbe confrontarsi sul terreno delle idee, dei valori, dei progetti concreti e della necessaria eticità, di cui il patrimonio liberale e’ sempre stato alfiere.
3. Pressione fiscale – Riduzione della pressione fiscale per favorire la ripresa dei consumi, gli investimenti e creare nuova occupazione. Prevedere inoltre la possibilità’ di detrazione ai fini dell’IRPEF di tutte le spese sostenute per assicurare, attraverso il contrasto di interessi, uno strumento valido e adeguato di lotta all’evasione in una società di massa come la nostra. Bisogna pure eliminare l’IMU, almeno dalla prima casa. E’ altresì necessario un consistente alleggerimento fiscale in favore delle imprese.
4. Istruzione – L’Italia e’ agli ultimi posti nella graduatoria mondiale per qualità di istruzione, principalmente quella universitaria. I Liberali da sempre propongono l’abolizione del valore legale dei titoli di studio per evitare la proliferazione di diplomifici, costituiti da atenei di scarso livello qualitativo, nonché la promozione del merito, incentivando le università di alta qualità in grado di competere sul piano internazionale, sotto il profilo della qualità della formazione e non del semplice rilascio dei titoli accademici.
5. Lavoro e giustizia sociale – L’assistenza nei confronti dei soggetti più deboli è un diritto sancito dalla Costituzione, che deve essere attuato. Il PLI quindi propone l’abolizione della Cassa integrazione così com’è stata finora realizzata e l’istituzione di un salario sociale, per tutti coloro che hanno perso o non hanno ancora un posto di lavoro, con una durata limitata e la obbligatorietà’ di frequenza a corsi di riqualificazione. Inoltre uno Stato civile e moderno deve eliminare le pensioni di invalidità fasulle, riconoscendo e sostenendo unicamente i portatori di handicap e riorganizzando il carico assistenziale, che oggi grava tutto, o quasi, sulle famiglie.
6. Giustizia – L’Italia e’ penalizzata da una giustizia civile che non funziona e scoraggia gli investimenti. Bisogna semplificare il Processo civile rendendolo orale e prevedendo sentenze con una motivazione succinta. Inoltre bisogna elevare la competenza per valore dei Giudici di pace ed aumentarne significativamente il numero, praticamente senza costi per lo Stato, che dovrebbe solo devolvere, per ogni sentenza emessa, una quota del contributo unificato incassato. Per la Giustizia penale ci vuole una rigida separazione delle carriere dei giudici e dei P.M. che devono operare in palazzi separati e darsi del Lei. Inoltre bisogna unificare la Giustizia ordinaria, amministrativa e tributaria in un unico ordine giudiziario, eventualmente con sezioni specializzate nelle varie materie. Divieto di distacco dei magistrati presso Uffici di gabinetto dei Ministri o altri incarichi di qualsiasi natura.
7. Burocrazia – Il costo della burocrazia in Italia e’ largamente superiore al 50% del Pil, cioè quasi il doppio dei paesi avanzati concorrenti. Bisogna drasticamente ridurre la mostruosa presenza che produce soltanto costi, ritardi e corruzione, responsabilizzando i cittadini; bisogna prevedere che ogni iniziativa economica possa essere avviata sulla base di autocertificazioni. La pubblica amministrazione potrà fare una verifica successiva. Una tale trasformazione culturale e organizzativa potrà garantire una riduzione del numero degli addetti e relativi costi, ma soprattutto eviterebbe gli oneri indiretti, da attribuire ai ritardi e alla rendita parassitaria di un potere ottocentesco.
8. Europa: l’Italia e’ sempre stato un Paese a vocazione europeista – Oggi le difficoltà nate dalla crisi e dall’egoismo di alcuni paesi hanno reso più incerta la passione dei nostri cittadini verso un’Europa unita. Le elezioni europee del prossimo anno dovrebbero essere l’occasione per ridare agli Italiani l’entusiasmo perduto e riaccendere l’orgoglio di porsi come Paese guida del processo di rilancio politico dell’UE. I Liberali ritengono che bisogna arrivare ad un sistema europeo bicamerale, di cui una sia rappresentata dal Parlamento eletto dal popolo e l’altra dai rappresentanti dei governi, con eguali poteri. Inoltre sostengono la necessità di un governo europeo che derivi direttamente dalla volontà popolare. I rapporti con i paesi del Mediterraneo non appartenenti all’UE, rappresentano poi uno dei punti di forza del ruolo delle nazioni mediterranee del Sud Europa e il nostro Paese deve essere fra i promotori di questo importante nuovo ruolo politico dell’Europa nei confronti del mondo arabo moderato frontaliero, confermando la salda alleanza con Israele. Nel processo di unificazione sono stati fatti molti errori. Il più grande è quello che ha fatto prevalere all’Europa dei popoli, quella dei burocrati e ragionieri. Come sempre i cittadini sono più avanti delle rispettive classi dirigenti perché hanno il privilegio di farsi guidare dall’utopia. L’Europa unita e’ anche questo.
9. Crescita e occupazione – La priorità assoluta per il Paese è la crescita, che comporta nuovi investimenti dei privati, con conseguente occupazione ed ampliamento dei consumi. Se lo Stato, anziché continuare con regole vessatorie, decidesse di sostenere realmente il mercato, agevolando l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali a costo zero ed assicurando, per la fase di rodaggio, un consistente risparmio fiscale, automaticamente si innescherebbe una virtuosa spirale di crescita del Pil. La valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, il turismo, la situazione climatica favorevole e la Green economy (sia in campo agricolo, che artigianale ed industriale) potrebbero costituire una straordinaria opportunità, che, insieme, produrrebbe lo sviluppo dei connessi servizi, valorizzando il più importante patrimonio nazionale e la vocazione principale del mezzogiorno.
10. Ambiente e salute – Una sana politica ambientale rappresenta la migliore forma per tutelare il diritto alla salute, evitando i disastri di sciagurate scelte compiute nel passato, anche da parte dello Stato (vedi Taranto e molti altri siti). Ovviamente, in tale campo, bisogna espellere i politici dalle aziende sanitarie, come condizione essenziale per eliminare ruberie, clientelismo e sprechi. Si potrebbero così dare risposte adeguate, dello stesso livello, in tutto il territorio nazionale, per le emergenze connesse alle malattie gravi, nonché per la cura di quelle croniche ed il sostegno alla disabilità, facendo in modo che, progressivamente, ciascuno possa curarsi da sé ed a proprie spese il raffreddore o l’influenza di stagione. Da tempo il Partito Liberale Italiano chiede, per moralizzare tale settore, l’istituzione di una Autorità di garanzia dei diritti del malato e del disabile.