
Giannocco,economia degli sprechi,liberalizzazioni e premio decoro
Al primo turno delle elezioni comunali in calendario per il 5 giugno 2016, in corsa per la carica di sindaco di Roma, ci sono 13 candidati. A sostenere la candidatura di Giorgia Meloni c’è Massimiliano Giannocco (ndr).
Nato a Roma il 5 novembre 1974, laurea in Economia Aziendale presso la Terza Università degli Studi di Roma e Master di II Livello in Istituzioni Parlamentari “Mario Galizia” per Consulenti di Assemblea presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Sapienza di Roma. Lavora da anni presso Unione Petrolifera. Sposato, padre di una bambina, è appassionato di sport (tifosissimo della Roma) e di poesia (si diletta in versi, anche in romanesco). Pubblica i suoi articoli, relativi a temi di varia natura, su Rivoluzione Liberale, L’Opinione, Geopolitica, MIT, Capitale X Roma, Sigari Avana, UK Premier.
Il PLI è rientrato dopo corse solitarie in coalizione per le amministrative, anche per le politiche sarete in uno schieramento alternativo a Renzi? Come costruire l’area liberale e moderata nel centrodestra?
In vista di queste elezioni amministrative, abbiamo fatto un’attenta riflessione sul ruolo che i liberali possono avere. Le battaglie solitarie sono affascinanti, ma spesso rischiano di non portare ai risultati sperati. Pertanto, abbiamo deciso di metterci in gioco confrontandoci con le altre forze politiche, senza pregiudizi, ma a due condizioni: il mantenimento della nostra piena identità liberale e la stesura di un programma che dimostri come il metodo liberale sia la possibile soluzione ai mali del nostro Paese, in particolare di Roma.
Su queste condizioni abbiamo avuto le opportune garanzie da Giorgia Meloni e, in effetti, grazie al nostro contributo il programma della coalizione contiene tutto ciò che un liberale desidera: efficienza della macchina burocratica, liberalizzazioni, privatizzazioni, esaltazione dell’iniziativa privata e della meritocrazia, recupero del decoro seguendo l’ispirazione cavouriana che il principale bene di un popolo è la sua dignità, determinazione di poche regole ma chiare, garanzia della sicurezza e delle pari opportunità per i cittadini.
Non sono parole astratte, ma sono tradotte in punti molto chiari nel programma, ovviamente nell’alveo delle competenze amministrative di un Comune. Competenze che non mi sembrano molto chiare per alcuni candidati sindaco. Prendo come esempio la recente polemica sulla dichiarazione di Salvini in merito all’opportunità che i romani paghino il pedaggio per il Grande Raccordo Anulare. Si è montata una discussione sul niente, collegando queste parole alla campagna per le imminenti elezioni amministrative.
In realtà, il Comune non ha alcuna competenza sul GRA, che è un raccordo autostradale, di competenza statale, gestito dalla concessionaria ANAS. E’ l’ANAS che decide se far pagare il pedaggio, non di certo il Comune, che si occupa della propria viabilità ordinaria. Nel dibattito elettorale ci vorrebbe meno ricerca dello scoop propagandistico e maggiore attenzione alle problematiche serie.
Riguardo alle politiche, dovranno essere fatte le opportune riflessioni. Per il PLI è fondamentale che, chi voglia intraprendere un percorso comune, condivida la difesa e la promozione della democrazia liberale. Per questo siamo fortemente antirenziani. Quello che il Governo sta facendo, in primis con la riforma della Costituzione, ma anche con il suo modo di normare, preoccupa parecchio.
L’Italia, oggi, non è considerata una vera democrazia. Secondo il Democracy Index, pubblicato annualmente dall’Economist, siamo considerati una “democrazia imperfetta”, posizionati sotto, per fare due esempi, al Botswana e all’India. Con le modifiche alla Costituzione che vuole il Governo Renzi rischiamo di scendere a livelli più bassi. Il PLI non resterà a guardare. Da questo punto di vista, è importante che tutti coloro che si riconoscono negli ideali liberali e repubblicani dialoghino tra loro per formare un’area laica che contrasti le derive demagogiche di altre forze politiche. Noi siamo aperti al confronto, ma è necessario che tanti si sveglino dal torpore accidioso in cui si sono abbandonati.
Dopo le amministrative ci sarà il referendum costituzionale, quale sarà il suo voto e quello del PLI in proposito?
Il Partito Liberale Italiano ha costituito, insieme ad altri soggetti e istituzioni, il Comitato per le libertà dei cittadini. No al peggio, con l’obiettivo di mobilitare non solo i liberali, ma tutti i cittadini che hanno deciso di difendere la nostra democrazia per votare No al referendum sulla riforma costituzionale. Sarò impegnato in prima linea in questa battaglia. Del resto, ho aderito, senza esitazioni, al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, costituito da eminenti costituzionalisti per difendere e valorizzare i principi della democrazia della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. Principi che saranno minati anche dal nuovo meccanismo elettorale, scritto senza tener conto dei rilievi della Corte Costituzionale nella nota sentenza sul Porcellum.
Sia chiaro che condivido l’opportunità di modificare la Costituzione italiana, ma a sinistra sbagliano metodo e contenuti. Metodo perché un tema così delicato non lo si porta avanti a colpi di maggioranza o di spot elettorali, ma dovrebbe essere discusso e a approvato da un’Assemblea costituente, eletta con il sistema proporzionale, perché ogni singola voce possa essere ascoltata. Contenuto perché la riforma crea un mostruoso sistema che si potrebbe definire presidenziale, ma che non contiene le necessarie garanzie democratiche dei “pesi e contrappesi” nonché la Basilare divisione dei poteri.
In sostanza, addio alle conquiste liberali ispirate dagli scritti di Montesquieu. Come ha scritto recentemente Stefano de Luca, “la riforma imposta dalla attuale maggioranza parlamentare in Italia viola i principi cardine del Costituzionalismo Liberale”. Antonio Pileggi, da esperto in materia, ha evidenziato un preoccupante collegamento con la legge Acerbo del 1923. Non vorrei ci ritrovassimo in una sinistra applicazione dei vichiani “corsi e riscorsi storici”. Noi liberali ci opporremo!
A Roma a sostegno di Giorgia Meloni, quali sono i punti programmatici a stampo liberale di cui vorrà farsi promotore all’interno di questa parte della destra romana?
Come detto prima, il nostro contributo è stato di grande importanza. I punti sono tanti, ma mi piacerebbe soffermarmi sull’idea del “Made in Rome” e del “Roma Style District”. Su questo tema posso rivendicare una soddisfazione personale. Avevo lanciato tempo fa, su varie testate giornalistiche, ripreso anche dal vostro sito, il progetto di promuovere lo sviluppo economico cittadino puntando sulla qualità. La Capitale ha un tessuto produttivo di tutto rilievo, che eccelle in vari campi, da quello enogastronomico a quello sartoriale e dell’oreficeria, per fare solo alcuni esempi. Eppure sono settori in crisi, a causa dei noti mali che affliggono non solo Roma, ma il sistema Italia.
Per stimolare nuovamente le piccole e medie imprese, potrebbe essere lanciato il marchio “Made in Rome”, creando un distretto industriale di eccellenze, il “Roma Style District”. Come location ideale, la vecchia Fiera di Roma, oggi all’abbandono, posta in punto strategico, a due passi dal centro e dall’Eur, che potremmo definire il Financial District dell’Urbe. In questa sede, laboratori, scuole di formazione, musei e negozi, grazie alla divisione tematica possibile per i diversi padiglioni già presenti. Ebbene, questa proposta, che ho riscontrato essere stata apprezzata dagli artigiani e imprenditori romani, è stata recepita, tout court, e inserita nel programma di Giorgia Meloni.
Meno burocrazia, meno stato e meno tasse. Su Roma le sue proposte al riguardo?
Mi concentro su questi punti: economia degli sprechi, liberalizzazioni, premio decoro.
La creazione dell’ufficio Economia degli sprechi è un’idea di Claudio Vitali, nostro segretario regionale per il Lazio, per consentire al Comune di ricevere segnalazioni, da parte di tutti i cittadini, sulle inefficienze e sugli sprechi della pubblica amministrazione, sia comunale che municipale. Sulla base di quanto ricevuto, l’ufficio dovrebbe proporre alla Giunta comunale possibili soluzioni al fine di ridurre tempi e costi della burocrazia. Solo il confronto diretto con la cittadinanza consente a un ente pubblico di comprendere meglio dove sono i problemi e come risolverli.
Riguardo al tema Liberalizzazioni, c’è da considerare che, purtroppo, a Roma esistono carrozzoni inefficienti, quali sono le aziende municipalizzate. Bisogna combattere questi monopoli e instillare la linfa vitale dalla concorrenza. Non basta privatizzare! Bisogna consentire a pubblico e privato di gareggiare per offrire i servizi migliori ai cittadini, senza gravare eccessivamente sulle loro tasche, come invece accade oggi. Chi non riesce a garantire un servizio soddisfacente, è fuori dai giochi. Ecco perché servono i bandi di gara per l’affidamento dei servizi, a condizioni eque e non discriminatorie, ma nel rispetto delle regole che dovranno essere fissate, senza deroghe, con una deliberazione di Consiglio comunale. Con un organo di vigilanza di nomina da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione, oggi presieduta da Raffaele Cantone.
In merito al Premio Decoro, bisogna introdurre il concetto del merito anche nel senso civico della gente. Chi si preoccupa di curare un’area pubblica non solo non va punito, come purtroppo accade oggi, ma va premiato, riducendo le tasse comunali. Infine, bisogna finalmente togliere una gabella odiosa a carico dei commercianti: la tassa sull’ombra. E’ una follia far pagare, oltre alla COSAP, una cifra a chi installa una tenda davanti al negozio calcolata sulla base dell’ombra che viene proiettata sul marciapiede. Comunque, chi vuole approfondire, visto che le idee sono tante, può consultare il mio sito: www.massimilianogiannocco.com
Tre buoni motivi per cui: Votate GIANNOCCO per Giorgia MELONI?
Primo motivo: perché il Liberalismo, ove è stato applicato, ha portato benessere, diritti, regole, sicurezza, dignità. Come disse William Ewart Gladstone, “il liberalismo è la speranza della gente, temperata dalla prudenza”.
Secondo motivo: mi sono candidato al Consiglio del Comune di Roma e a quello dell’VIII Municipio, dove vivo da quando sono nato, perché credo di poter dare il mio piccolo contributo per migliorare la situazione. In questi anni, anche insieme al Partito Liberale Italiano, ho intrapreso varie battaglie: l’avvio del Progetto Decoro Liberale, con cui abbiamo supportato i cittadini nella denuncia dei casi di degrado in città; la raccolta firme “Salviamo il CTO di Roma”, ospedale di eccellenza che la follia di questa pubblica amministrazione vuole portare al declino; le manifestazioni contro il Canone RAI, battaglia non ancora persa visto che sto studiando, insieme ad altri, una legge di iniziativa popolare. Un po’ di esperienza aiuta a combattere il Leviatano della burocrazia all’italiana.
Infine, credo che ogni cittadino romano abbia il dovere morale di lavorare quotidianamente per far indossare a Roma il pregiato vestito che merita: quello che la rappresenta come città della Bellezza, patria del diritto e della cultura occidentale, produttiva di eccellenze.
Intervista pubblicata su http://www.modernizzarelitalia.it/news/massimiliano-giannocco-economia-degli-sprechi-liberalizzazioni-premio-decoro/