Finanziamento dei Partiti, quando la trasparenza diventa ipocrisia!

Enzo Palumbo ha dichiarato: “Se l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio rende alla virtù, credo che la proposta di introdurre nei bilanci dei partiti italiani qualche briciola di trasparenza rischia di apparire come una pezza ipocritamente destinata a coprire soltanto i buchi evidenziati nelle recenti sconcertanti vicende, lasciando lacerato, come e più prima, il tessuto del rapporto fiduciario tra Paese reale e paese legale. Quello che serve non è un’operazione di mera cosmesi, ma l’abolizione, ora e subito, dei c.d. indecorosi rimborsi elettorali (che tali non sono), per passare ad un sistema totalmente diverso, in cui i casi Lusi-Margherita e Belsito-Lega non siano più possibili per mancanza di materia prima; e questo risultato si può solo ottenere affamando la bestia malefica che è oggi all’opera in tutti i partiti italiani, provocando milionarie eccedenze di lancio che gridano vendetta agli occhi degli italiani subissati da tasse e balzelli. Ieri ho indicato qualche possibile soluzione, a cominciare dalla proposta di Pellegrino Capaldo, che il PLI certamente sosterrà, quando sarà formalizzata. Oggi aggiungo che lo Stato e/o il Comune di competenza dovrebbero in primo luogo farsi carico di fornire direttamente a tutti i competitori elettorali ed in condizioni di assoluta parità tra grandi e piccoli, una serie di servizi gratuiti (autenticazioni, poste, telefoni, treni, internet, affissioni, spot televisivi, location, etc.), mentre gli eventuali rimborsi dovrebbero riguardare, entro limiti prefissati e congrui, solo le spese ulteriori che non sia possibile coprire coi servizi già garantiti (p.e., tipografia, viaggi in auto nell’ambito del collegio elettorale, etc.). Tutto il resto, a cominciare dalla c.d. trasparenza, è solo acqua fresca, che scorre senza lasciare traccia sul macigno della sfiducia dei cittadini”.

Enzo Palumbo ha dichiarato:

“Se l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio rende alla virtù, credo che la proposta di introdurre nei bilanci dei partiti italiani qualche briciola di trasparenza rischia di apparire come una pezza ipocritamente destinata a coprire soltanto i buchi evidenziati nelle recenti sconcertanti vicende, lasciando lacerato, come e più prima, il tessuto del rapporto fiduciario tra Paese reale e paese legale.

Quello che serve non è un’operazione di mera cosmesi, ma l’abolizione, ora e subito, dei c.d.  indecorosi rimborsi elettorali (che tali non sono), per passare ad un sistema totalmente diverso, in cui i casi Lusi-Margherita e Belsito-Lega non siano più possibili per mancanza di materia prima; e questo risultato si può solo ottenere affamando la bestia malefica che è oggi all’opera in tutti i partiti italiani, provocando milionarie eccedenze di bilancio che gridano vendetta agli occhi degli italiani subissati da tasse e balzelli.

Ieri ho indicato qualche possibile soluzione, a cominciare dalla proposta di Pellegrino Capaldo, che il PLI certamente sosterrà, quando sarà formalizzata.

Oggi aggiungo che lo Stato e/o il Comune di competenza dovrebbero in primo luogo farsi carico di fornire direttamente a tutti i competitori elettorali ed in condizioni di assoluta parità tra grandi e piccoli, una serie di servizi gratuiti (autenticazioni, poste, telefoni, treni, internet, affissioni, spot televisivi, location, etc.), mentre gli eventuali rimborsi dovrebbero riguardare, entro limiti prefissati e congrui, solo le spese ulteriori che non sia possibile coprire coi servizi già garantiti (p.e., tipografia,  viaggi in auto nell’ambito del collegio elettorale, etc.).

Tutto il resto, a cominciare dalla c.d. trasparenza, è solo acqua fresca, che scorre senza lasciare traccia sul macigno della sfiducia dei cittadini”.

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