Elezioni Politiche Camera dei Deputati 2013
Risultati PLI Camera 2013 Quelli sopra riportati sono i risultati delle liste liberali nelle varie circoscrizioni che, nonostante il contesto maggiormente difficile e la presenza molto parziale del Partito, non si discostano sostanzialmente da quelli del 2008. Purtroppo da essi si deduce che la maturità politica del nostro Paese non è cresciuta, anzi si è registrato complessivamente un notevole arretramento in direzione di una distruttiva antipolitica, di cui pagheremo le conseguenze.
Quelli sopra riportati sono i risultati delle liste liberali nelle varie circoscrizioni che, nonostante il contesto maggiormente difficile e la presenza molto parziale del Partito, non si discostano sostanzialmente da quelli del 2008.
Purtroppo da essi si deduce che la maturità politica del nostro Paese non è cresciuta, anzi si è registrato complessivamente un notevole arretramento in direzione di una distruttiva antipolitica, di cui pagheremo le conseguenze.
Lettera di ringraziamento del Segretario Nazionale Stefano de Luca
Carissimi,
com’era prevedibile, il risultato elettorale delle liste liberali non è stato esaltante, e si è attestato su livelli comparabili a quelli, pure esigui, del 2008, come risulta dal prospetto pubblicato sul sito del Partito.
Causa principale ne è stata certamente lo scoramento generale indotto dalla nostra presenza soltanto in sette circoscrizioni su ventisei, mentre, alle precedenti elezioni, il Partito era presente in tutto il territorio nazionale.
Laddove siamo stati presenti, il consuntivo è stato quindi analogo a quello della consultazione passata, pure in presenza del ciclone generato dal Movimento 5 Stelle e dell’influenza che sugli elettori ha avuto l’argomento del “voto utile” a favore di chi poteva accedere in Parlamento, o del “voto contro” per impedire la vittoria del presunto avversario di turno, rispetto al voto di mera testimonianza per chi, come noi, non poteva svolgere alcun ruolo in tal senso.
Ci siamo poi dovuti muovere nella morsa micidiale dell’antipolitica e della moltiplicazione di improvvisate liste “fai da te”, mentre la così detta “par condicio”, declamata nei confronti di tutti, ma praticata solo a favore di alcuni, si è rivelata una vergognosa ipocrisia.
Abbiamo infine dovuto registrare la vivace concorrenza di un movimento sedicente liberale (ed in effetti essenzialmente liberista), che, dopo avere spocchiosamente rifiutato di inserire la parola “liberale” nel proprio simbolo (il che avrebbe propiziato la possibilità di una nostra convergenza), ha messo in campo un enorme apparato finanziario e mediatico, proveniente da un mondo imprenditoriale sempre sordo ad ogni nostro richiamo, mentre le modestissime risorse del PLI sono state frutto del sacrificio personale di candidati e dirigenti locali e nazionali, senza il più piccolo contributo esterno.
Anche lo scandalo conseguito alla scoperta dei titoli accademici inventati dal leader di quel movimento, se, da un lato, gli ha fatto perdere credibilità morale, ha, dall’altro, prodotto un’ulteriore esposizione mediatica, compensandolo generosamente in termini di visibilità e quindi anche di potenziale consenso elettorale.
Pur nella consapevolezza che, nonostante tutto ciò, il nostro risultato non è stato all’altezza del lavoro compiuto, desidero ringraziare di cuore tutti i candidati, i dirigenti e gli amici che, in condizioni proibitive, ma certamente con generosità e passione, si sono battuti per sostenere la lista dei “Liberali per l’Italia-PLI”.
Accanto alla gratitudine per coloro che hanno compiuto lo sforzo enorme dell’onerosa raccolta delle firme e poi quello, ancora più complesso, della ricerca del consenso, non posso non sottolineare che rimane il problema, serissimo, dell’assenza delle liste in tutto il Nord ed il Centro d’Italia, con l’eccezione di Roma, quando invece nella maggior parte di tali aree (in particolare nella pianura Padana) dovrebbe concentrarsi la componente più significativa dell’elettorato tradizionalmente liberale; si tratta di un tema che dovrà essere affrontato subito e con realistica franchezza, come preliminare condizione esistenziale, se vogliamo far sopravvivere il nostro glorioso sodalizio, quale soggetto politico nazionale.
Molte saranno le riflessioni che il risultato elettorale ci imporrà, ma la prima riguarda la nostra articolazione territoriale e la creazione di un gruppo di persone che abbiano la voglia, il tempo, lo spirito di sacrificio e la passione per garantire un minimo di struttura organizzativa, anche dove questa volta abbiamo fallito clamorosamente.
Non si può pretendere, altrimenti, in occasione dei Congressi, di incidere quanto coloro che hanno messo a disposizione del Partito la propria faccia, il proprio cuore, il proprio tempo, il proprio lavoro ed il proprio portafoglio.
Proprio questa volta c’erano tutte le condizioni per un risultato migliore, che è stato mancato per il disimpegno di alcuni e l’egoismo nichilista di altri, in particolare di chi, dopo avere tentato di conquistare la guida del Partito all’ultimo Congresso Nazionale, ha poi disertato la competizione elettorale.
Per parte mia, come avevo promesso, ho avviato il necessario processo di rinnovamento, non candidandomi personalmente e proponendo, d’intesa con la Direzione, la candidatura di una persona come Renata Jannuzzi, nuova nel panorama politico, così dimostrando concretamente che il Partito è capace di rinnovare i propri quadri dirigenziali, anche in termini di genere. La ringrazio per la sua disponibilità e mi complimento per la considerazione ed il rispetto che ha saputo conquistarsi sia in termini mediatici che sul terreno elettorale.
Un analogo ringraziamento va al nostro Presidente Enzo Palumbo, che si è voluto personalmente impegnare, battendosi con grande capacità sui media con un brillante impatto televisivo, e sul territorio con un significativo risultato nella sua area di appartenenza.
Insieme a loro, un grazie sentito va agli altri capilista ed a tutti i candidati, e segnatamente a coloro che, per la prima volta, hanno fatto tale difficile ma esaltante esperienza, verso i quali la mia riconoscenza durerà per sempre.
Una squadra, piccola ma fortemente motivata, con tanti generosi e bravi protagonisti, liberali di ieri e di oggi, giovani e donne, meriterebbe maggiore fortuna. Si impone quindi una approfondita riflessione per individuare le strade che possano propiziarla.
Seriamente preoccupato per quanto potrà accadere nel nostro Paese, in attesa di una prossima occasione per una più approfondita riflessione, desidero formulare ancora i miei più sinceri complimenti a tutti coloro che si sono battuti ed un cordiale, affettuoso saluto.
Stefano de Luca
Lettera di risposta della Presidente del Consiglio Nazionale Renata Jannuzzi al Segretario Nazionale
Carissimo Segretario,
mi associo ai ringraziamenti verso coloro che hanno speso energie, fatica, soldi e passione prima nella raccolta firme e poi nella campagna elettorale, per la loro partecipazione alla competizione sapendo a priori che il nostro era un atto di testimonianza dell’esistenza in vita del Partito Liberale Italiano.
Io non merito ringraziamenti: dal momento in cui hai delineato una strategia, credo che il mio dovere fosse quello di portare a termine il compito che mi hai affidato. Avrei solo voluto avere risultati migliori, seppur nei limiti che le circostanze ci imponevano.
Ritengo che oltre al nostro Presidente che ha partecipato con successo a due impegnative tribune elettorali, si debba ringraziare sopratutto te per averci diretti in questa impresa e per la tua risolutiva partecipazione alla Conferenza Stampa televisiva.
Tuttavia abbiamo commesso alcuni errori, sopratutto di valutazione politica.
Personalmente sono frastornata, ed anche preoccupata, dagli esiti di queste elezioni. Pur non sottovalutando fin dall’inizio l’entità del M5S, credo che tutti noi abbiamo sottovalutato la sua forza così dirompente. Pur essendo consapevoli del malcontento degli italiani, ci siamo illusi che comunque avrebbero alla fine scelto di dare un voto responsabile per il buon governo di questo nostro Paese, scegliendo, seppur entro gli argini di un bipolarismo che abbiamo combattuto, quei partiti tradizionali che danno sicurezza e voce alle varie matrici ideologiche. Invece la storia ci ha provato che gli italiani erano stanchi di quei partiti, inclusi PD e PDL che comunque hanno superato il turno, e dei loro rappresentanti. Difatti il M5S ha eroso molti elettori anche da quei due schieramenti: i delusi nel rivedere i loro partiti rappresentati dalle solite persone.
I partiti “di nicchia” come il nostro, rappresentanti di varie ideologie storiche, come pure movimenti nuovi, hanno avuto risultati lontani dalle loro aspettative, facendoci capire che alla fine il “voto utile” è un concetto oramai acquisito dagli elettori.
Credo che dobbiamo saper cogliere il messaggio che gli elettori hanno voluto darci con queste elezioni. Personalmente ritengo che oggi gli italiani desiderino un altro linguaggio politico, più a dimensione del cittadino ed una partecipazione della politica alla vita del cittadino. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, di grande crisi economica e valoriale, credo che i cittadini desiderino essere parte integrante della politica i cui rappresentanti debbano essere più vicini moralmente e fisicamente a loro, con un linguaggio diretto, semplice e partecipativo.
I grandi temi economici, seppur importanti, sono per loro meno comprensibili rispetto ai problemi, spesso difficili, della vita quotidiana, i grandi valori storici ed idealistici lontani rispetto ai problemi oggettivi del come arrivare a fine mese. Ecco, forse i cittadini si aspettano più risposte pratiche, alla portata del loro quotidiano. Anche in questo il successo del M5S: hanno usato il linguaggio che tutti comprendevano e sono andati nelle piazze a contatto con loro, hanno messo facce pulite e giovani, seppur discutibili circa la loro selezione e nei non-programmi proposti, ma sicuramente più vicini alla gente.
Ritengo che dobbiamo riflettere molto su tutto questo, oltre che di una capillare riorganizzazione sul territorio, per concepire un nuovo modo di far politica per poter ripartire con uno slancio maggiore e forse più penetrante, sopratutto in vista delle amministrative, laddove ci sono.
Un caro saluto,
Renata Jannuzzi
Lettera del Presidente Nazionale Enzo Palumbo
Cari Amici,
ai ringraziamenti di ieri del Segretario Nazionale Stefano de Luca desidero aggiungere anche i miei, rivolgendoli a tutti coloro che si sono impegnati, in diversi ma convergenti ruoli, nella campagna elettorale che si è appena conclusa.
Come ha scritto Enzo Lombardo, appena dopo la chiusura dei seggi, si è trattato di un impegno improbo rispetto alle nostre modeste forze, ma onorevole per il solo fatto di averlo assunto contro ogni ragionevolezza, così dimostrando ancora una volta che siamo donne ed uomini liberi e forti, pronti a sostenere costi ed a sopportare fatiche inversamente proporzionali ai risultati ipotizzabili, ed a correre rischi personali anche quando non ci sono posizioni da conquistare.
Il mio ringraziamento va a tutti i candidati, ai quadri dirigenti nazionali e locali ed ai singoli militanti che si sono personalmente spesi in tutte le circoscrizioni in cui siamo stati presenti, come agli elettori che ci hanno affidato il loro consenso, ed anche ai quadri dirigenti ed ai militanti in quelle circoscrizioni in cui abbiamo provato ad esserci, promuovendo egualmente la raccolta delle firme, quasi sempre senza speranza, e tuttavia talvolta non riuscendoci solo per quelle poche o tante che sono alla fine mancate.
Ed uno speciale ringraziamento va alla nostra brava segretaria Georgia Cagiotto ed a Dora Massimi e Claudio Vitali, che per settimane hanno trascorso nella sede centrale del Partito intere giornate (notti comprese) per fare fronte alle esigenze connesse alla fase preelettorale, monitorando la situazione, momento per momento, e coordinando le iniziative locali.
Quello che si apre ora è il momento delle analisi sul passato, delle riflessioni sul presente e dei propositi per il prossimo futuro, ed avremo modo di impegnarci in tal senso nelle prossime settimane, a cominciare dalla riunione di Direzione Nazionale, già convocata per il 6 marzo, e poi nel Consiglio Nazionale che certamente seguirà a breve.
Sono certo che non ci mancherà il senso critico necessario per riflettere sulle nostre tante manchevolezze, cui abbiamo sin qui provato a supplire con la sola forza della volontà, come non ci mancherà il coraggio di intraprendere tutte le iniziative necessarie per avere, già domani, un PLI più visibile, forte e coeso di oggi, sulla base dei nostri comuni ideali ed avendo sempre di mira gli interessi generali del Paese, al cui esclusivo servizio ogni liberale si sente da sempre impegnato.
Con amicizia, invio un caro saluto a tutti.
Enzo Palumbo