
È l’ingiustizia il più grave problema della società italiana.
È l’ingiustizia, diffusa a tutti i livelli, il più grave problema della società italiana.
Non sto parlando soltanto del sistema giudiziario, che un giorno – spero non troppo lontano – guarderemo con lo stesso orrore con cui oggi guardiamo la Santa Inquisizione e le torture medievali.
Parlo di ingiustizia e iniquità diffuse come metastasi in tutto il tessuto politico e sociale italiano.
Prendete il fisco.
Non è solo una questione di pressione fiscale assurda che disincentiva qualsiasi iniziativa imprenditoriale. È anche un problema di equità, che non esiste.
Abbiamo la pressione fiscale più alta del mondo ma siamo il paradiso fiscale delle imposte di successione.
Cioè tassiamo fino alla morte chi produce, però riteniamo corretto che chi eredita una fortuna paghi una bazzecola.
Con tutto ciò che ne consegue: i grandi patrimoni restano saldamente nelle mani delle famiglie potenti, riducendo all’estremo la circolazione della ricchezza.
Siamo il Paese dei figli di papà, mentre i giovani meritevoli non hanno alcuna chance se non nascono nella famiglia giusta.
Da noi i garage non danno vita ad imprese miliardarie, servono a parcheggiarci i figli che crescono e non trovano casa né lavoro.
E l’esenzione dall’IMU sulla prima casa? Uguale per tutti, ricchi e poveri, non si paga nulla per una catapecchia ma neppure per l’attico con vista sulla Madonnina.
E così è naturale, in questo assurdo modo di pensare, che il Governo vieti gli spostamenti tra Comuni per le feste natalizie.
È vietato (anzi, “non è consentito”, per usare l’odioso costrutto liberticida elevato a mantra dei dpcm) spostarsi di duecento metri tra San Donato e San Giuliano ma puoi girare quanto vuoi nei 1287 km quadrati di Roma Capitale.
Siamo il Paese dell’uguaglianza formale, la più acerrima nemica della vera uguaglianza, quella sostanziale.
Il cancro del comunismo è nelle menti dei nostri legislatori da tempo ormai immemorabile.
Anziché cercare di offrire a tutti le stesse condizioni di partenza, si punta all’eguaglianza all’arrivo, massima e somma ingiustizia che deprime e mortifica ogni speranza di miglioramento.
Ecco perché non può esserci libertà senza giustizia. E perché in Italia la libertà è una chimera.
di Roberto SORCINELLI – segretario nazionale PLI