Dublino, il PLI al Congresso dell’ELDR

“Si è spesso creduto che i liberali soffrano nei momenti di depressione economica e certamente questo è stato spesso il caso nel passato, ma sono lieto di affermare che ci sono molte prove che dimostrano che questo non è più il caso, basta vedere cos’è avvenuto in Olanda. Visto che i Liberal Democratici europei crescono in forza, spero che possiamo resistere alle chiamate al populismo che troppo spesso accompagnano periodi di difficoltà economica.” Queste sono le parole con le quali Sir Graham Watson, Presidente dell’Eldr ha aperto la conferenza stampa di apertura a Dublino del 33’ Congresso al quale il Partito Liberale Italiano ha partecipato come “guest”, ma al quale l’anno prossimo saremo presenti in maniera più attiva.

In Francia, Danimarca, Georgia, Lituania i partiti liberali si stanno risvegliando e stanno riconquistando una forte identità. In Europa i liberali ci sono, e questo si è percepito con forza al Congresso dell’Eldr. In questi due giorni si è discusso di diritti, populismo, energie rinnovabili, disoccupazione. Sono state presentate mozioni (che verranno votate sabato sera), su argomenti come i diritti umani, la guerra in Siria, trasporti, democrazia in Russia, protezionismo. Tantissimi argomenti, tantissima domande, ma anche tantissime proposte che hanno reso perfettamente l’idea di quanto sia importante l’essere affiliati ad un così importante gruppo, attivo e forte a livello di Parlamento Europeo (si voterà domani anche il cambio di nome che diventerà ALDE, Alliance of Liberals and Democrats for Europe), capace di far sentire la sua voce a tutti i livelli istituzionali in Europa. Sicuramente, come ha ribadito Sir Graham Watson, gli approcci sono spesso diversi, ma l’obiettivo di liberali e socialdemocratici, riuniti in questo grande think thank internazionale è uno: far ripartire l’economia in Europa, mantenendo il rispetto per la dignità umana. Questo concetto è stato poi ripreso e approfondito durante la cerimonia ufficiale di apertura che si è tenuta nel pomeriggio di venerdì e alla quale è intervenuto, oltre al padrone di casa, Micheal Martin TD, leader del Fianna Fail (liberali irlandesi) e Guy Verhorfsdtadt, capogruppo dell’ALDE e membro del VLD belga, anche un ospite “illustre” come Nick Clegg, vice Primo Ministro inglese, nonché leader dei Liberal Democrats. Anche qui si è sottolineato il grande problema della disoccupazione giovanile e il pericolo dell’apatia che veleggia sui giovani non solo nei confronti della politica, ma della vita stessa. Un’idea presentata per combattere questo è mobilizzare i giovani con una sorta di servizio civile visto come organizzazione europea sovranazionale, per dare loro la possibilità di vedere cosa c’è fuori dalla porta di casa, fare esperienza e portare a casa quel qualcosa in più che potrà forse permettergli di vincere la battaglia con il futuro.

Il Presidente dell’ELDR ha insistito molto su quest’idea di unione, unione non solo di partiti con gli stessi ideali, ma condivisione di esperienze, far fruttare il meglio delle esperienze vissute e metterle al servizio dell’altro. Unità, parola che stride in un’Europa che sembra più divisa che mai, ma durante questo Congresso la percezione che questo sia possibile è stata netta. Da soli non si può ormai più andare lontani. Gli individualismi, a tutti i livelli, sia di Stato che di Partito, non fanno che danneggiare chi ne abusa. Il “topic” di questo Congresso è stato l’energia rinnovabile. A chi ha detto “è un argomento da verdi” è stato risposto con tipico humor britannico, che un liberale è sempre “avanti”, anche un argomento “verde” può essere trasformato in una battaglia liberale, perché uscire dalla dipendenza energetica (soprattutto dalla dipendenza con la Russia), vuol dire creare posti di lavoro, “green high tech”, investimenti, cantieri, affari. “Green energy with a liberal aim”, ha detto Sir Graham Watson.

Interessante anche l’intervento di Clegg che ha insistito sul fatto che oggi l’unità dei liberali serve più che mai. La disoccupazione giovanile se non combattuta rischia di diventare non solo una tragedia economica, ma una tragedia sociale. I liberali con la loro apertura e capacità di innovazione possono portare avanti la crescita, imparare ognuno dall’altro grazie ai canali dell’ELDR, mettere a frutto le esperienze positive (e non) degli altri. Non lavorare per il proprio orticello, ma guardare al di là delle proprie frontiere. I liberali hanno la prontezza di affrontare tutte le nuove situazioni, come i cambiamenti portati dalla globalizzazione, hanno un’apertura mentale tale che riesce a vedere le potenzialità nascoste in situazioni che a prima vista potrebbero essere interpretate negativamente. Anche il cambiamento climatico, argomento tornato alla ribalta con Sandy, va affrontato come un potenziale “business”, progetto radicale e ambizioso ma assolutamente da non sottovalutare.

Al Congresso di questo anno abbiamo partecipato come invitati e molti si sono “compiaciuti” di ritrovare il Partito Liberale Italiano: “altro” che l’IDV, ha detto qualcuno. Abbiamo diplomaticamente cercato di riprenderci lo spazio che ci si addice. Il sapere che siamo ancora presenti nel panorama politico italiano ha fatto piacere. Il sapere che siamo stati ”fuori dai giochi” per tanti anni perché non siamo voluti scendere a compromessi con nessuno, ancora di più. Sapere che presto torneremo ad avere una funzione “attiva” in un consesso europeo degno di nota ha tranquillizzato chi ha capito chi siamo veramente. Con una buona rete organizzativa e collaborativa probabilmente la nostra voce sarà più presente.

Jacqueline Rastrelli (Responsabile nazionale Esteri)

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