Dichiarazione dell'On. Stefano de Luca sulle intercettazioni telefoniche
La pratica delle intercettazioni telefoniche e della loro divulgazione è una cosa ignobile che, violando la privacy, trasforma la vita politica in un maxigossip. È tuttavia altrettanto inaccettabile una concezione secondo cui tutto va bene per gli altri e non per sé stessi.
Come è un concetto distorto di democrazia quello secondo cui chi ha la maggioranza può fare, per legge, tutto quello che gli pare. Democrazia è innanzitutto regole, da valere sempre e per tutti.
Il Presidente del Consiglio non può scoprire che le intercettazioni sono un volgare pettegolezzo pruriginoso soltanto quando riguardano le conversazioni tra lui e Saccà ed il tema è quello delle raccomandazioni alla Rai delle sue preferite.
Si pubblichi tutta questa mondezza, come è stato per le inchieste del sostituto procuratore Woodcock o per quelle sulle scalate bancarie e poi si faccia una legge, che valga per tutti, di contenimento del numero inaccettabile delle costosissime intercettazioni, limitandole solo ai reati più gravi e comunque vietandone la pubblicazione fino al rinvio a giudizio.
Allo stesso tempo si ripristini la dignità del Parlamento, reintroducendo, nell’identico testo originario, l’art.68 della Costituzione sull’immunità parlamentare.
Senza chiudere la ferita, ancora sanguinante della distruttiva stagione del ’92-94, non si potranno ricercare le necessarie condizioni per un corretto rapporto tra le istituzioni dello Stato e per garantire il necessario ritorno alla democrazia effettiva.
On. Stefano de Luca Seg. Nazionale del PLI