Decreto sviluppo, l’Italia umiliata da Sarkozy
“Quanta confusione regna in Europa sulle politiche per combattere la crisi! Nonostante questo, Sarkozy ironizza sul Governo italiano, di fatto sotto tutela e sospeso tra indignazione e sfiducia dei cittadini. L’ Europa ha concesso un termine perentorio di appena tre giorni per definire il decreto sviluppo, ad un Governo pressato dalle corporazioni. Sarebbe necessario quindi un largo consenso intorno ad un provvedimento condiviso. L’opposizione, a sua volta, non ha proposte, – ha affermato Stefano de Luca, Segretario Nazionale del PLI – salvo quelle della Cigl di non toccare la previdenza ed il pubblico impiego e di puntare ad un forte inasprimento fiscale, reintroducendo l’Ici sulla prima casa, istituendo una patrimoniale e tassando le rendite finanziarie. Tutto questo anziché sviluppo provocherebbe un’ulteriore depressione della nostra economia, creando le condizioni per rendere necessaria una nuova manovra, a breve. La ricetta Liberale, lo ripetiamo ormai ossessivamente da troppo tempo, nel solco delle indicazioni della Bce, è quella di riformare subito la previdenza, anche per garantire le pensioni delle prossime generazioni. Propone inoltre di vendere il patrimonio statale, cominciando dalle 700 aziende pubbliche, nazionali e locali, per ridurre il debito. Infine il PLI ritiene necessario concedere incentivi fiscali, quindi non costosi per creare ulteriore ricchezza imponibile, che garantirebbe nuovi investimenti, assunzioni e consumi. Tali agevolazioni , con l’autorizzazione dell’Unione Europea, dovrebbero prevedere una fiscalità di vantaggio nelle zone meridionali. Purtroppo le cose semplici non sono gradite ai potentati parassitari. Tuttavia, nonostante l’insopportabile silenzio mediatico, il PLI è progredito nei sondaggi. Il più recente pubblicato da Ibs dà Il Partito Liberale all’1,1%”