Congresso Idv, Di Pietro: “Ora all'opposizione serve proporre un'alternativa al regime di Berlusconi”

Non serve un’opposizione solo istintiva e urlata nei comizi. Per Battere
Berlusconi. Una strategia che, se non unita alla costruzione e comunicazione
di un’alternativa, può solo portare all’ennesima sconfitta. Una sconfitta
che andrebbe a solo vantaggio di “questo regime piduista ce n’è bisogno, ma
oggi c’è la svolta, oggi diamo un messaggio chiaro: siamo pronti, abbiamo
programma, classe dirigente e codice etico, possiamo costruire un nuovo
governo del Paese”.

Idee chiare, stamattina, quelle di Antonio Di Pietro, nella giornata
conclusiva del’assemblea congressuale dell’Italia dei Valori. L’ex
magistrato di Mani Pulite è stato confermato alla presidenza del partito.
Poco prima della votazione l’altro candidato al congresso Francesco Barbato
aveva annunciato il ritiro della propria candidatura. A quel punto Di
Pietro, dopo un lungo applauso dei delegati, è stato acclamato presidente.
Finora, ha detto, “abbiamo fatto resistenza, resistenza resistenza, ma oggi
c’è la svolta: possiamo costruire un nuovo governo del Paese”.

Finora, ha detto Di Pietro dopo la riconferma, “abbiamo fatto resistenza,
resistenza, resistenza. Da oggi abbiamo da fare. Dobbiamo ripulire la piazza
per fare il bene della democrazia” ha scandito l’ex pm dal palco. Che ha
annunciato la svolta dell’Idv: “Basta all’opposizione solo di pancia o di
piazza. Se vuoi fare l’opposizione che urla solo nelle piazze  va bene, c’è
il nostro zoccolo duro che ci vota, che può essere il 2% o l’8%, dipende dal
mal di pancia che c’è in quel momento”. Ma non basta. “Come dice il mio
amico Bersani, di opposizione si muore. E’ il momento dell’alternativa”.

Un’apertura che ha trovato il plauso del Pd: “E’ importante dire alternativa
e mi fa piacere che l’Idv abbia fatto un ulteriore passo verso questa
direzione”, ha replicato Bersani. Che, al termine, è salito sul palco per
abbracciare Di Pietro. Innescando la reazione “preoccupata” dell’Udc e di
Pier Ferdinando Casini.Dicendo di voler sconfiggere la politica di
Berlusconi, affidando “la sua persona ai magistrati”.

Opposizione dura ma non solo, ha continuato l’ex pm “per buttare a mare il
governo Berlusconi”. E per farlo, ha scandito Di Pietro “abbiamo il dovere
di trovare un punto d’incontro, tra il nostro programma e quello degli
altri”. Alleanze, dunque, “senza barriere ideologiche. Passare dalla fase
dell’opposizione alla fase dell’alternativa, questo il nostro obiettivo per
il futuro. Perché oggi? Perché oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di
essere in grado di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la
possiamo fare, dobbiamo cercare un’alleanza per costruire un’alternativa,
perché sennò restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare
opposizione, perché si può finire a morire di opposizione”, ha annunciato Di
Pietro. Poi tocca alle Regionali. In particolare la Campania. Dove pesa il
“non voto De Luca” pronunciato dall’eurodeputato Luigi De Magistris: “Deve
sapere che rischiamo di consegnare la Campania alla fogna della camorra, ai
Casalesi”.

“Dobbiamo fare un’operazione sui nostri candidati per renderli più
identificabili – ha detto il segretario Pd, Pier Luigi Bersani -. Abbiamo un
passato di buona amministrazione da rivendicare, la Lega ha inventato solo
le ronde, certo non possiamo restare sulle glorie antiche perciò dobbiamo
dire chi siamo: noi siamo quelli del lavoro, del sociale e dell’ambiente,
non è solo una questione comunicativa ma anche sostanziale”.

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