
Africa addio.
In una fredda nottata di fine dicembre, sferzata dalla gelida presenza della Bora, che valicando le Alpi Giulie ed il Carso giunge fino a Venezia e lambisce il Montello ed il Grappa arrivando fino al Delta del Po, mi sono ritrovato a pensare alla vicina Africa così bella e così controversa.
E naturalmente ai sommovimenti odierni figli di tante situazioni complesse.
E per cominciare dalla presenza dei Paesi europei rivieraschi del Mediterraneo e quindi alla Spagna Francia Italia e alle loro vicende.
Che dire, se non che le incertezze ed i tentennamenti del giovane Regno d’ Italia portarono alla perdita della Tunisia a vantaggio della Francia che ce la soffiò sul filo di lana facendola diventare un Protettorato e una Colonia,
Malgrado l’ attivismo di Crispi che poi si riversò nel Corno d’ Africa subendo la disfatta di Adua e quindi con Giolitti noi dovemmo poi accontentarci dello Scatolone di sabbia libico per calmare la sete della Quarta Sponda non profittando dell’ immensa ricchezza dell’ oro nero sottostante.
Per cui fu proprio un liberale a dare il suo apporto e la sua benedizione per conquistare Tripoli, bel suol d’ amore, in barba all’ ormai rassegnato Impero Ottomano.
I francesi già dal 1830 sotto l’ ultimo vero Borbone e cioè Carlo X conquistarono Algeri e dell’ Algeria ne fecero un floridissimo Dipartimento metropolitano.
Gli spagnoli invece si riversarono a sud del Marocco occupando l’ Ifni / Rio de Oro e la sua capitale El-Aiun.
Cosa resta di tutto questo ?
Più nulla, la presenza politica territoriale dei tre Paesi latini è inesistente, escludendo qualche enclave come Ceuta e Melilla per la Spagna, e la loro influenza parzialmente discutibile, salvo quella francese con luci ed ombre.
Abbiamo appena assistito alla sceneggiata organizzata dal Satrapo della Cirenaica Generale Afthar che, in vista della liberazione di 19 pescatori siciliani colpevoli di non aver rispettato la presenza delle acque territoriali libiche, ha preteso che il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri italiani si andassero a prostrare ai suoi piedi.
E questo in aperto contrasto con le Istituzioni di Tripoli di Al Serraj riconosciute dal nostro Paese.
Ma non è finita in quanto la Légion Étrangère deve spesso intervenire insieme ai Pará francesi per impedire azioni terroristiche di fondamentalismo islamico qua e là dalla Mauritania alla Repubblica Centrafricana, al Mali, al Burkina Faso e via di seguito.
E nemmeno a sud del Marocco cioè nel Sahara Occidentale ex-spagnolo occupato dagli anni ‘90 dalle truppe marocchine vi è pace poiché è risorta l’ attività del Fronte Polisario in considerazione della rottura dei negoziati ed in seguito al riconoscimento dello Stato di Israele come contropartita all’ espandersi della presenza territoriale del Marocco ormai accettata dagli USA sotto la Presidenza Trump.
Metà del Continente africano è in ebollizione e questo la dice lunga della mancanza di una politica estera europea unitaria che stentatamente ha approvato una Dichiarazione di principio contro la negazione dei Diritti Umani e le libertà individuali in Egitto sulla spinta del tragico caso Regeni.
Che però non ha impedito il Presidente francese Macron di conferire la Légion d’ honneur (h minuscolo però) al Satrapo egiziano Al-Sisì.
Ragion di Stato e cioè forniture militari (Matra) per la Francia e per l’ Italia (Oto Melara) quando si può.
Ed allora ? Africa addio.. !