Abolire l’attuale finanziamento pubblico ai partiti

Enzo Palumbo, nuovo Presidente del PLI, ha dichiarato: L’attuale normativa sul finanziamento pubblico dei partiti va del tutto abolita, non solo riformata. Va invece introdotta con urgenza una nuova normativa basata su due pilastri fondamentali, già indicati nella mozione conclusiva approvata dal Congresso del PLI di marzo: 1) lo Stato rimborsi soltanto le spese documentate per le campagne elettorali, previo rigoroso controllo della loro inerenza e congruità ad opera della Corte dei Conti; 2) ciascun cittadino abbia la facoltà di finanziare, entro limiti prefissati, l’attività politica del proprio partito, ottenendo un corrispettivo credito di imposta. La proposta di legge di iniziativa popolare preannunziata dal prof. Pellegrino Capaldo si muove in questa direzione ed i liberali la sosterranno convintamente, nella speranza che il Parlamento si affretti a recepirla, prima che la rabbia popolare travolga, insieme all’attuale classe politica, anche la Democrazia italiana. Nel frattempo, neppure un euro dovrà essere distribuito ai partiti; hanno già avuto anche troppo, ed anzi lo Stato dovrà recuperare le eccedenze milionarie risultanti dai bilanci.

Enzo Palumbo, nuovo Presidente del PLI, ha dichiarato:

L’attuale normativa sul finanziamento pubblico dei partiti va del tutto abolita, non solo riformata.

Va invece introdotta con urgenza una nuova normativa basata su due pilastri fondamentali, già indicati nella mozione conclusiva approvata dal Congresso del PLI di marzo:

1) lo Stato rimborsi  soltanto le spese documentate per le campagne elettorali, previo rigoroso controllo della loro inerenza e congruità ad opera della Corte dei Conti;

2) ciascun cittadino abbia la facoltà di finanziare, entro limiti prefissati, l’attività politica del proprio partito, ottenendo un corrispettivo credito di imposta.

La proposta di legge di iniziativa popolare preannunziata dal prof. Pellegrino Capaldo si muove in questa direzione ed i liberali la sosterranno convintamente, nella speranza che il Parlamento si affretti a recepirla,  prima che la rabbia popolare travolga, insieme all’attuale classe politica, anche la Democrazia italiana.

Nel frattempo, neppure un euro dovrà essere distribuito ai partiti; hanno già avuto anche troppo, ed anzi lo Stato dovrà recuperare le eccedenze milionarie risultanti dai bilanci.

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