Abbiate coraggio, liberale

Al contrario di alcuni miei colleghi, è difficile che scriva sul giornale che dirigo, soprattutto per dare spazio alle giovani firme della Redazione perché si confrontino con le altre degli opinionisti che ospitiamo; ma anche perché mi piace lavorare in “sala macchine” come già ho confessato su queste colonne.

Stavolta però, chiedo ospitalità al giornale come semplice Liberale, seppur osservatore privilegiato.

Ormai molti – o almeno tutti quelli che dovrebbero – sanno che nelle ultime due settimane circola un buon progetto politico (ospitato anche sulle colonne del nostro giornale) per coagulare intorno ad un tavolo tutte le genuine realtà liberali italiane. Molti soggetti e organizzazioni di area sono stati contattati, informati, incontrati ma ancora rimangono tutti ancorati alle loro ipotetiche rendite di posizione insieme ad alcuni altri che rappresentano quei soliti quattro amici al bar che si parlano addosso nel chiuso dei loro studioli consunti o chini sulle tastiere dei propri computer.

Ad onor di cronaca, tra i destinatari più naturali di questo progetto, solo il PLI lo ha sposato ufficialmente anche con il coraggio di mettersi in gioco: una bella risposta a quanti lo vogliono continuare a vedere ancora arroccato nelle sue altezzose posizioni di alto lignaggio politico nel disprezzo di chi si è dato alla transumanza verso ingannevoli terre più floride; oltretutto, ha dato credito tangibile a questo progetto federativo attraverso i suoi uomini e donne, la struttura, l’organizzazione sul territorio, le risorse politiche e i suoi strumenti di comunicazione. Ripeto, un indubbio segno di gran coraggio e di apertura verso il nuovo ed il futuro di questo Paese.

Mi rivolgo allora agli amici libertari, futuristi, futurologi, antideclino, outsider, zeropositivi, costituenti e quant’altri vogliano definirsi – se davvero lo sono – autenticamente Liberali.

Perché aver ancora “paura di volare” (come ha scritto bene qualcuno)? Vi siete mai accorti che le analisi, i programmi, le ricette e gli obiettivi di noi tutti sono identici? Mi chiedo cosa vi spinga a tentennare? Non voglio pensare che vi sia la paura di sedersi ad un tavolo con altri che non siano i vostri seguaci e nemmeno che siate incollati alle vostre poltroncine virtuali. O, peggio ancora, che siate abbagliati da pifferai magici che altro non sono se non “ricercatori di taxi” come dice altrettanto bene qualcun altro.

Non basta una buona idea per aggregare consenso, bisogna dare corpo, sostanza e visibilità a quest’idea perché la società civile si ritrovi nei nostri programmi, nelle nostre ricette liberali che non son altro che “naturale buonsenso”.

Allora, abbiate coraggio, fidatevi di voi stessi perché i tanti Liberali sparsi qua e là non produrranno nulla di quanto possano invece insieme con un progetto federativo nel rispetto delle identità di ognuno e nell’intento di convogliare le varie risorse “autenticamente” liberali verso un unico traguardo.

L’attendismo non è dei Liberali, anche perché il treno passa per l’ultima volta e salirci dopo in corsa non sempre riesce senza poi qualche cicatrice.

Tratto da Rivoluzione Liberale

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